Come un’ostetrica dei valori, diritti e doveri

Io credo che il «mestiere» dell’educatore – se tale si può definire – sia uno dei più belli al mondo! Ricordo sempre, infatti, che educare deriva dal latino ex-ducere che significa «tirare fuori», ovviamente il meglio, dalle persone.

Per questo il mestiere dell’educatore è meraviglioso. Come l’ostetrica, che non porta il bimbo in grembo per cui non può dare la vita, ma può aiutare a farla nascere, allo stesso modo l’educatore può aiutare a far nascere la consapevolezza in altre persone e a scoprire i loro talenti da mettere in gioco nella relazioni umane.

Perché sono profondamente convinto che tutti i valori, i diritti e i doveri siano già nell’animo umano, si tratta solo di tirarli fuori.

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Purtroppo abbiamo trasformato l’educazione, distorcendone il senso originario, nell’esatto opposto: «mettere dentro», riempire di nozioni e conoscenze, spesso inutili perché prive di senso agli occhi di chi le apprende.

Io credo che non abbiamo bisogno di mettere dentro ad un bambino il valore della giustizia, ce l’ha già innato. Provate a dividere delle caramelle fra due bimbi in modo iniquo e verificate la loro reazione.

Anche il valore della libertà è innato, e non solo nell’uomo ma anche in tutti gli animali. Provate ad aprire la porta della gabbia ad un uccellino…

fuga dal lettino

Allo stesso modo anche tutti gli altri valori fondamentali, dalla pace alla solidarietà, dall’amore alla fraternità, sono già dentro all’animo umano fin dalla più tenera età.

Compito dell’educazione dovrebbe essere allora quello di tirarli fuori, e coltivarli, per evitare che vengano sepolti da una valanga di altri disvalori che – questi sì invece – vengono imposti da fuori, spesso in modo subdolo e talvolta non senza evidenti secondi fini.

Aggiungo che non solo i valori sono innati, ma anche i diritti e i doveri che ne conseguono. Chiedo sempre ai bambini che incontro: «Quand’è che vi sentite bene?». Mi rispondono: «Quando mi sento ascoltato» oppure «Quando mi sento rispettato», «Quando mi sento accolto»… «Allora – rilancio – forse dovremmo imparare ad ascoltare gli altri, a rispettarli, ad accoglierli, non credete?».

Da questa semplicissima riflessione sul ben-essere, che poi sviluppiamo e approfondiamo insieme, nascono spontaneamente quella sui diritti e di conseguenza anche sui doveri e normalmente proprio in questo modo definiamo insieme le regole di convivenza, che tutti – anche gli adulti – dovranno rispettare.
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Punti di vista… come pezzi di un puzzle!

“Quante volte ci hanno ripetuto che «siamo tutti importanti, ma nessuno è indispensabile»? Io non sono mai stato d’accordo, perché ho sempre pensato che siamo tutti indispensabili!

punti-di-vistaSpesso a scuola, durante i miei laboratori, per introdurre i ragazzi al valore della diversità e al pluralismo, li faccio salire in piedi sui banchi.
Rimangono così sorpresi e divertiti nell’osservare la propria classe da un’angolazione nuova e diversa, dalla quale possono notare o scoprire cose che prima non avevano mai osservato.
A quel punto domando loro: «Qual è secondo voi la prospettiva migliore?»
Tutti, ovviamente, mi rispondono in coro: «Dall’alto!». Io invece faccio loro notare come ogni prospettiva permetta di scoprire una parte della verità, ed è solo mettendo insieme tutte le prospettive che possiamo cogliere la realtà nella sua interezza.

Nessun punto di vista, quindi, è superfluo. Tutti siamo indispensabili, un po’ come i pezzi di un puzzle, nel quale non possiamo permetterci il lusso di perdere neppure un solo pezzo.”