Coltiviamo lo stupore!

“Il processo combinatorio di idee o parti di idee è l’essenza della creatività e ha avuto un ruolo determinante nel corso della storia per migliorare la nostra vita, attraverso scoperte e invenzioni di uomini e donne di cui spesso non conosciamo neanche il nome e che a ben guardare, talvolta, nella vita di occupavano di tutt’altro…

ASINO-SEDIA“la pellicola kodachrone fu inventata da un musicista, la penna a sfera da uno scultore, il pneumatico da un veterinario, il disco a 33 giri da un tecnico televisivo, il telefono automatico da un impresario di pompe funebri, il parchimetro da un giornalista…”

Come ha scritto ironicamente Howard Gossage: “Non sappiamo chi ha scoperto l’acqua, ma possiamo essere certi che non è stato un pesce.”

Questo perché ci sono sempre il divertimento e lo stupore alla base di queste intuizioni geniali! Sentimenti che tutti noi dovremmo cercare di coltivare ogni giorno.”

 

eccoci qua…

E’ con grande piacere che annuncio l’uscita del mio nuovo libro “Sbagliando non si impara”, frutto di una riflessione che porto avanti da diversi anni e che ho voluto approfondire e sistematizzare – per poterla condividere con tutti – in questo saggio leggero ed ironico, edito dall’editrice EMI.

Ecco la quarta di copertina:

libri-sbagliando“Se fosse vero che sbagliando si impara, come ci hanno sempre ripetuto,  dovremmo essere tutti perfetti!

Invece continuiamo a ripetere ogni giorno gli stessi errori,  senza neppure troppa fantasia.

Questo accade perché in realtà  è solo dai successi che nasce il cambiamento, a tutti i livelli:  personale, sociale, culturale…

Questo libretto ci mostra come imparare a riconoscerli,  crearli e replicarli.
Come farne insomma
una regola nella nostra vita, anziché una eccezione.”

E questo è l’indice del libro, che è già tutto un programma:

1. Chi cerca non trova
2. Sbagliando non si impara
3. Sbagliare è umano, errare è divino
4. Chi fa da sé fa per sé
5. Tutti sono indispensabili, qualcuno è importante
6. Mogli e buoi dei paesi suoi
7. Mangia come parli
8. Peggio soli che ben accompagnati
9. Ambasciator porta pena
10. Prima il piacere,  insieme al dovere
11. In salita tutti i Santi aiutano
12. Non perdere la bussola… o la mappa
13. Ognuno è perfetto
14. Ricordati che devi sbagliare!
15. Chi non cerca trova

In questo blog ne pubblico qualche breve estratto…

la sincerità è pace fra i nostri desideri e le nostre azioni

“E’ interessante osservare che il termine “sincero” deriva dal latino “sine-cera”, cioé senza cera, con riferimento allo scultore che non usava la cera per mascherare i difetti delle proprie opere.
Quindi sincero è chi non nasconde nulla, per cui non ha nulla da temere.

cuore-cervello-paceIl ché non è poca cosa, poiché come osserva Edmund Burke: “Nessuna passione priva la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura”.

Ma l’unico modo per non nascondere nulla è non avere nulla da nascondere.

Mi emoziona sempre, rivedendo il film di Gandhi, la scena in cui lui -ancora in Sudafrica- nel teatro stracolmo per l’assemblea contro la legge ingiusta sui lasciapassare, si rivolge alle forze di polizia inglesi presenti nella sala dicendo loro: “Noi non abbiamo nulla da nascondere”.

Chi coltiva in cuor suo questa purezza di intenti non può sbagliare!
Non può sbagliare semplicemente perché c’è in lui coerenza fra ciò che desidera e le azioni che mette in campo per ottenerlo. Quindi non ha spazi interiori di distrazione che possano permettere lo sbaglio.

Mentre invece lasciandosi guidare sinceramente dal suo desiderio è nella condizione migliore per “errare”, cioè, come detto, per conoscere mediante l’esplorazione e l’esperienza diretta.”

sbagliare è umano, errare è divino

charlie brown“Nel linguaggio comune sbagliare ed errare sono normalmente utilizzati come sinonimi. Invece c’è una profonda differenza fra di essi, che è bene indagare.

Secondo la sua definizione etimologica lo sbaglio é la funesta conseguenza della mancanza di attenzione, ovvero della offuscazione della vista prodotta da qualcosa che attrae l’attenzione e fa prendere una cosa per un’altra (da latino “varius” che significa cangiante, abbagliante).
(…)
Sbagliare dunque, per come lo intendo in questo testo, potremmo tradurlo con “distrarsi”, “non prestare attenzione”. Che è qualcosa di assolutamente umano. Ma certo non aiuta ad imparare alcunché.

Errare invece significa andare vagando, senza sapere dove, senza consiglio, da cui i termini errante ed errabondo, ovvero colui che vaga qua e là in luoghi diversi. (…) Questo é un modo naturale ed efficace – caratteristico in particolare dell’infanzia- che ci fa conoscere mediante l’esplorazione e l’esperienza diretta.

Come sosteneva Gandhi: “Un genitore saggio permette al figlio di fare degli errori. E’ un bene, per loro, che di tanto in tanto si brucino le dita.”
Quindi anche il Mahatma non considerava l’errare uno sbaglio, ma una salutare esplorazione!”