ricordati che devi sbagliare!

“Ripeto spesso ai giovani che incontro: “Quando vi dicono che voi siete il futuro, non dovreste sentirvi onorati, dovreste arrabbiarvi! Spesso infatti è solo un modo subdolo per dirvi che intanto, nel presente, decidono gli adulti. Invece anche il presente vi appartiene e avete tutto il diritto di esprimere le vostre opinioni e partecipare attivamente alla costruzione del vostro futuro.”

Niente però, lo sappiamo bene, frena la partecipazione quanto il timore di sentirsi giudfestival-errore-Parigiicati. L’epoké -“sospensione del giudizio”- è a mio avviso uno dei principi fondamentali in educazione!
L’esperienza mi insegna infatti che i ragazzi non sono tanto preoccupati di sbagliare per il brutto voto che ne ricaverebbero, quanto piuttosto per il rischio che ne deriverebbe di essere derisi dai compagni. E ho ragioni per ritenere che lo stesso valga anche per gli adulti!

Un rapporto dell’Ocse ha messo in evidenza la paura degli scolari di alzare la mano e rispondere a una domanda rischiando di essere presi in giro.
Da questa considerazione è nata a Parigi una singolare iniziativa: “Il Festival dell’errore”. L’idea di fondo è quella che i ragazzi debbano “imparare a sbagliare”; cosa ben diversa dall’ “imparare dagli sbagli”.
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Il Festival, nato per avvicinare i giovani alla scienza, vuole incitare i più piccoli ad osare, innovare, uscire dal seminato, proporre idee nuove.
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“Per la maggior parte degli oggetti che ci circondano, non esiste un unico uso corretto. La fantasia e la capacità di innovare sono virtù importanti da coltivare” spiega Girolamo Ramunni, uno degli ideatori del festival e professore al Conservatoire national des arts et métiers.
“Correggere un ragazzo che capovolge un cestino della carta per usarlo come sedia” -prosegue Ramunni- “vuol dire sterilizzare la sua fantasia, costringerlo entro regole che si sono consolidate per pura e semplice pigrizia mentale.”
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Perché errare, si spiega ai bambini, (…) significa mettere alla prova la nostra creatività che dall’errore può far sgorgare l’idea vincente.”