eccoci qua…

E’ con grande piacere che annuncio l’uscita del mio nuovo libro “Sbagliando non si impara”, frutto di una riflessione che porto avanti da diversi anni e che ho voluto approfondire e sistematizzare – per poterla condividere con tutti – in questo saggio leggero ed ironico, edito dall’editrice EMI.

Ecco la quarta di copertina:

libri-sbagliando“Se fosse vero che sbagliando si impara, come ci hanno sempre ripetuto,  dovremmo essere tutti perfetti!

Invece continuiamo a ripetere ogni giorno gli stessi errori,  senza neppure troppa fantasia.

Questo accade perché in realtà  è solo dai successi che nasce il cambiamento, a tutti i livelli:  personale, sociale, culturale…

Questo libretto ci mostra come imparare a riconoscerli,  crearli e replicarli.
Come farne insomma
una regola nella nostra vita, anziché una eccezione.”

E questo è l’indice del libro, che è già tutto un programma:

1. Chi cerca non trova
2. Sbagliando non si impara
3. Sbagliare è umano, errare è divino
4. Chi fa da sé fa per sé
5. Tutti sono indispensabili, qualcuno è importante
6. Mogli e buoi dei paesi suoi
7. Mangia come parli
8. Peggio soli che ben accompagnati
9. Ambasciator porta pena
10. Prima il piacere,  insieme al dovere
11. In salita tutti i Santi aiutano
12. Non perdere la bussola… o la mappa
13. Ognuno è perfetto
14. Ricordati che devi sbagliare!
15. Chi non cerca trova

In questo blog ne pubblico qualche breve estratto…

chi cerca non trova

“Vi è mai capitato di non riuscire a trovare qualcosa? Magari ce l’abbiamo giusto sotto al naso, ma non riusciamo proprio a vederla. La cosa che fa innervosire è che più ci intestardiamo, magari mettendo sottosopra la casa, e meno risultati sembriamo ottenere.
sbagliando-si-imparaSe lasciamo perdere, invece, e smettiamo di cercare, facendo altro, è più facile che ritroviamo ciò che stavamo cercando.
Lo stesso accade non solo per gli oggetti ma anche per le idee che sembrano sfuggirci.
A tutti noi sarà successo, ad esempio, di lottare invano per richiamare alla mente una parola che ci sembra di avere proprio “sulla punta della lingua”. Oppure a quanti suonano uno strumento musicale di continuare ad “inciampare” sulla stessa sequenza di note sbagliate. In questi casi, perseverare nel cercare di ricordare o di rimediare allo stesso errore non è la soluzione migliore.

Uno studio condotto all’Università di McMaster, in Canada, ha mostrato infatti come ripetuti tentativi infruttuosi di riportare alla memoria qualche cosa che non ricordiamo potrebbero generare uno schema mentale che ci condanna all’insuccesso.

La ricerca, condotta su un gruppo di studenti, ha portato le ricercatrici ad osservare come l’atto stesso di commettere l’errore, malgrado venisse poi corretto, potesse generare l’apprendimento di quell’errore.
E’ come se il tempo passato nella condizione di errore rafforzasse la via mentale sbagliata che non permette di ricordare, perché più percorriamo una via e più questa ci resta in memoria.

Per cui, se non riusciamo a venire a capo di un problema è meglio non intestardirci nel tentativo di risolverlo: più ci agitiamo e ci sforziamo e più rischiamo di affondare nelle sabbie mobili dei processi mentali legati ai nostri sbagli.”