“A ben guardare, da sempre nel corso della storia umana abbiamo imparato dai successi altrui; si tratta della pratica più antica, fin dai tempi della scoperta del fuoco. In fin dei conti, quindi, non c’è nulla di nuovo, se non la possibilità, per noi oggi, di scegliere in maniera consapevole questa pratica!
Il primo passo da compiere, in questa direzione, credo che stia nel recupero della memoria storica, per prendere coscienza fino in fondo della nostra identità plurale e del valore imprescindibile della diversità e della contaminazione reciproca.
(…) dal mondo arabo riceviamo le basi dell’ottica, della chimica, dell’astronomia. Il calendario fu ideato dai babilonesi che divisero il giorno e la notte in 12 ore ciascuno, precisarono la data delle 4 stagioni e disegnarono la prima mappa di stelle e pianeti; saranno però gli egizi a dividere l’anno in 365 giorni e un quarto come usiamo ancora noi adesso. Ancora dal mondo arabo abbiamo le basi della matematica (i numeri che usiamo oggi sono di origine indiana, ma arrivarono a noi attraverso gli arabi); dal Maghreb riceviamo un contributo fondamentale per la nostra musica (la chitarra, ad esempio) ed architettura. La bussola è stata inventata in Cina, così come la carta più di duemila anni fa. Il timone viene inventato in Egitto più di 5.000 anni fa e segnerà una vera e propria rivoluzione nel modo di navigare.
(…) anche se andiamo a ricercare l’origine dei nostri giochi e giocattoli scopriamo che molti sono arrivati a noi da altri popoli e culture: gli scacchi ad esempio erano un antico gioco di strategia militare con cui si sfidavano a distanza di migliaia di km il re di Persia (chiamato “shāh”) e l’imperatore dell’India, infatti scacco matto deriva da “shāh māt” che in arabo significa “il re è morto”; le trottole sono egizie, come pure la dama (la più antica, datata 5000 a.C., è stata ritrovata dagli archeologi nella città di El-Mahash); lo yo-yo è cinese e ha più di 2500 anni, come pure l’aquilone, già molto diffuso intorno all’anno 1000 a.C..”