“Vi è mai capitato di non riuscire a trovare qualcosa? Magari ce l’abbiamo giusto sotto al naso, ma non riusciamo proprio a vederla. La cosa che fa innervosire è che più ci intestardiamo, magari mettendo sottosopra la casa, e meno risultati sembriamo ottenere.
Se lasciamo perdere, invece, e smettiamo di cercare, facendo altro, è più facile che ritroviamo ciò che stavamo cercando.
Lo stesso accade non solo per gli oggetti ma anche per le idee che sembrano sfuggirci.
A tutti noi sarà successo, ad esempio, di lottare invano per richiamare alla mente una parola che ci sembra di avere proprio “sulla punta della lingua”. Oppure a quanti suonano uno strumento musicale di continuare ad “inciampare” sulla stessa sequenza di note sbagliate. In questi casi, perseverare nel cercare di ricordare o di rimediare allo stesso errore non è la soluzione migliore.
Uno studio condotto all’Università di McMaster, in Canada, ha mostrato infatti come ripetuti tentativi infruttuosi di riportare alla memoria qualche cosa che non ricordiamo potrebbero generare uno schema mentale che ci condanna all’insuccesso.
La ricerca, condotta su un gruppo di studenti, ha portato le ricercatrici ad osservare come l’atto stesso di commettere l’errore, malgrado venisse poi corretto, potesse generare l’apprendimento di quell’errore.
E’ come se il tempo passato nella condizione di errore rafforzasse la via mentale sbagliata che non permette di ricordare, perché più percorriamo una via e più questa ci resta in memoria.
Per cui, se non riusciamo a venire a capo di un problema è meglio non intestardirci nel tentativo di risolverlo: più ci agitiamo e ci sforziamo e più rischiamo di affondare nelle sabbie mobili dei processi mentali legati ai nostri sbagli.”